
Il Garessio Calcio è tornato a calcare i campi della Seconda Categoria. Dopo la difficile retrocessione di due anni fa (che a detta di Quaglia ha rischiato di essere letale) e un riassetto generale, la squadra è riuscita nel “effetto molla”, riconquistando subito la promozione. Oggi, a metà campionato, il gruppo si trova al terzo posto in classifica, abbiamo allora deciso di fare qualche domanda a uno dei protagonisti di questa stagione e mezza: il capitano Giacomo Quaglia.
Finalmente tornati in seconda! Sentite ancora fresca la soddisfazione per la promozione dopo solo un anno in terza categoria?
La soddisfazione per la promozione è assolutamente ancora fresca e palpabile perché, grazie a tutto ciò che è successo l’anno scorso, non ci siamo solo trovati a giocare in una categoria più alta, abbiamo anche acquisito molta consapevolezza, ad esempio quella di avere un super gruppo (tanto da un punto di vista calcistico quanto umano). Quindi, quando si parte in una categoria superiore, ma con la consapevolezza della tua forza non solo per i risultati, ma anche per la squadra e le sue capacità, affronti gli allenamenti e le partite con un altro spirito. Oltretutto, la soddisfazione è stata ancora più amplificata dal fatto che quello ancora precedente alla discesa in terza categoria è stato probabilmente l’anno calcistico più brutto degli ultimi quindici/vent’anni nella storia del Garessio. Infatti si era sfiorata l’ipotesi di non iscrivere la squadra, insomma, che tutto andasse in malora. Per fortuna, grazie alla volontà di tante persone e della società, in primis, si è cercato di ripartire da Garessio (riportando persone come Zoppi, Borgna, Amabile, ecc) e di integrare con acquisti arrivati da fuori e tutti totalmente azzeccati (penso a Vizio, Giribone e tutti gli altri). Parlando dell’anno scorso, ci siamo subito resi conto che tutti i tasselli erano stati messi al posto giusto. E parlo personalmente: dall’anno più brutto della mia carriera, per quanto si parli solamente di livelli calcistici di terza categoria, quello scorso è stato invece il più bello di tutti. La soddisfazione di vincere un campionato, qualunque esso sia, è enorme, anche perché sono necessari molti sacrifici prima e durante, forse solo chi gioca può capirlo davvero. E il tutto è stato amplificato dalla presenza di un gruppo coeso anche al di fuori del campo. La dimostrazione sta non solo nei nostri meritati festeggiamenti successivi, ma soprattutto perché la stragrande maggioranza di noi è rimasta senza neanche il minimo pensiero per quest’anno. E come dicevo prima, con tutti questi lati positivi, si inizia con dieci marce in più.

Abbiamo detto che il Garessio è subito riuscito a ripartire. Quest’anno tanti cambiamenti e, soprattutto, un nuovo mister…
Quest’anno c’era una consapevolezza generale che la categoria dell’anno precedente non era la nostra, quindi abbiamo avuto subito una grande voglia di dimostrarlo. Per farlo, la società è stata fondamentale: ci ha aiutato in primis confermando il gruppo solido dell’anno precedente, con alcuni innesti come il bomber sempreverde Vuthaj A., Ghiglia J., Rizzo A., Romano L., ecc. ai quali si è aggiunto il fondamentale recupero (dopo un lungo infortunio) di L. Borgna. Inoltre, si è presentata la volontà da parte dalla società di provare a cambiare la guida tecnica: è quindi stato ringraziato il mister Jimmy Copani per l’ottimo lavoro svolto nell’anno precedente, ed è stato chiamato Matteo Mao, che ha accettato di buon grado l’incarico. Nonostante si tratti di una prima esperienza, si è dimostrato fin da subito una persona molto capace di gestire il gruppo e di suggerire un’idea di calcio molto divertente, in cui si gioca molto con il pallone, sia in allenamento che, di conseguenza, la domenica. Come lui stesso ha dichiarato nelle interviste che ha rilasciato nei mesi scorsi allenarsi è fondamentale, ma bisogna sempre divertirsi. La filosofia del mister sta piacendo molto e, come credo si possa vedere ogni domenica, sta dando i suoi frutti.
Qual è il bilancio di questa stagione? Ti aspettavi una partenza così positiva?
Diciamo che l’anno non è iniziato nel migliore dei modi, con la rottura del crociato anteriore del nostro capitano Samuele Salvatico nell’amichevole pre-campionato. Come spesso accade, però, da queste situazioni si trova ulteriore forza di coesione, e la sua costante presenza nel gruppo rappresenta per tutti noi uno stimolo per dare quel qualcosa in più. Detto ciò, come ho anticipato, quest’anno siamo partiti con una nuova consapevolezza dei nostri mezzi. Ma proprio dopo la partita di domenica scorsa, confrontandoci, ci siamo trovati tutti d’accordo sul fatto che, se a inizio anno ci avessero detto che avremmo finito il girone d’andata terzi, ci avremmo messo la firma. Anche se non si può dire che si tratti di un risultato totalmente inaspettato. Un ruolo importante lo ha giocato anche l’atteggiamento positivo da parte di tutti, anche dell’allenatore che ci ha dato un’ulteriore rassicurazione sulle potenzialità dei nostri mezzi.
Arrivati al giro di boa, e visto l’ottimo piazzamento in classifica, quali sono le ambizioni di questo Garessio?
Finito il girone di andata, possiamo dire di aver conosciuto le squadre perché, tolto il San Biagio con il quale ci siamo giocati la promozione l’anno scorso, e parzialmente il Piazza, ci erano tutte totalmente estranee. Ora sappiamo di avere a che fare con alcune squadre forti, in particolare le prime due in classifica, ovvero Piazza e Pro Brossasco, però finiamo questo anno solare con ulteriore tranquillità. Sappiamo che il campionato non sarà facile, che ci saranno problematiche possibili nel percorso, però sappiamo anche che, con tutta la rosa a nostra disposizione, possiamo giocarcela con tutti a viso aperto, con la giusta umiltà ma senza temere nessuno. Le ambizioni di questo Garessio rimangono quelle dichiarate da Vizio durante la premiazione del campionato dell’anno scorso, ovvero quelle di rimanere in zona play-off e (aggiungo io) di giocarcela fino alla fine.

Scritto da Roberto Canavese e Lia Colombo