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Garessio 2000: sciare guardando il mare

- 26/02/2024

Garessio 2000 fa tornare alla mente di tutti gli abitanti della valle ricordi dei tempi che furono di una stazione sciistica con grandi ambizioni, situata in una posizione strategica: a un passo da Garessio e Valcasotto, a solo 4 chilometri dal Castello di Casotto -ex residenza sabauda-, con i suoi palazzi, che ospitano ancora numerosi villeggianti nei mesi estivi e invernali, e affacciano sugli impianti. La seggiovia, che ha riaperto da poco, ci porta fino in cima al Monte Berlino, a quota 2000 metri, da dove, nelle giornate perfettamente serene si può vedere la Liguria, il mare e anche le coste della Corsica. Da qui il famoso slogan che caratterizza la stazione sciistica “sciare guardando il mare“.

La Valle dei Castori

Sono gli anni Sessanta, l’Ingegnere Pietrafraccia fonda la società le Querce e acquista dal comune di Garessio alcuni ettari di terreno proprio sul Colle di Casotto; decide di far costruire la Baita dei Castori, e poco distante, il primo impianto di risalita che si vedrà a Garessio 2000. Il progetto de La Valle dei Castori viene però traslato leggermente più a nord rispetto a quello originario del Pietrafraccia, dove, alla fine degli anni Settanta, vengono costruiti i primi condomini e gli altri impianti di risalita. Il Colle di Casotto non è il solo luogo di interesse dell’ingegnere Pietrafraccia, infatti acquista l’Hotel Miramonti pochi anni prima della sua distruzione a causa di un incendio.
Il progetto prevede la creazione di una “Cortina sul mare”, e per fare ciò vengono costruiti condomini per ospitare gli sciatori (con piscina e campi da tennis), ma anche una cestovia che da questi edifici porta fino in cima al Monte Berlino, da cui partono tutte le piste.

Anni Ottanta e Novanta

La società le Querce è costretta a cedere il 50% dei suoi terreni al comune di Garessio, in quanto dichiarato nullo l’atto di acquisto di venti anni prima. Il restante 50% degli impianti viene invece acquistato dalla Comunità Montana. Diverse società si sono poi susseguite nella gestione degli impianti di quegli anni; infatti, al tempo nevicava già ad ottobre e si sciava fino a Pasquetta, senza l’ausilio di neve artificiale (una rarità ai tempi di oggi). Garessio 2000 poteva vantare della presenza di un minimarket, piano bar, appartamenti sempre pieni di sciatori da tutta l’Italia e dalla Francia e molto altro. L’intrattenimento non mancava, infatti c’erano addirittura due discoteche attivamente frequentate: una vicina ai condomini e una dove oggi si trova il bar degli impianti. A completare il quadro, una piscina e una pista di pattinaggio. Ai tempi, però, la competizione con la vicina stazione sciistica di Monesi si faceva sentire e i piani delle società per Garessio 2000 diventavano sempre più ambiziosi. In totale erano state aperte una decina di negozi e attività per garantire i servizi a chi frequentava la località. Nello stesso periodo fu costruita anche la baita del Rocassone per offrire una possibilità di sosta durante le sciate. Degna di nota è la disastrosa esplosione dei primi anni Novanta, dovuta probabilmente a una fuga di gas in uno dei palazzi.

Anni 2000

Il nuovo millennio porta novità per la stazione sciistica, infatti nel 2001 la gestione passa in mano alla società Gidue S.r.l che nel 2008 modifica i piani originari del Pietrafraccia, demolendo tre impianti di risalita e conferendogli la struttura che oggi tutti noi conosciamo. Dopo una chiusura nel biennio 2009 e 2012, il progetto passa in mano alla società Marachella Group. Qui si apre un triste capitolo della storia garessina, che vede il fallimento della società nel 2015 e, con lei, anche degli impianti di Garessio 2000, ormai obsoleti.
Dopo una chiusura di due anni, nel 2017 la gestione viene affidata alla società Frais 2010, di Luca Oliviero, gestore anche degli impianti dell’Argentera, e l’anno successivo la Chioni S.r.l diventa gestore della stazione con un contratto di 5 anni. Per la Chioni S.r.l il comune di Garessio riceve finanziamenti per poter rinnovare gli impianti di risalita, che consentono la riqualificazione e la riapertura dei due skilift: il Giassetti e il Praietto, con le rispettive piste. Sono però anni sfortunati per la società, considerando l’innalzamento delle temperature invernali, la scarsità di precipitazioni nevose e la pandemia del 2020 (che ha ridotto notevolmente l’affluenza agli impianti nonostante le abbondanti nevicate).
Non avendo sistemi che consentono l’imbiancamento delle piste in modo artificiale, ultimamente, infatti, è stata proprio la neve a dettare i giorni di apertura e chiusura degli impianti. L’innalzamento della temperatura dovuto al riscaldamento globale sta avendo degli effetti anche sulle precipitazioni nevose a bassa quota, e tutto ciò si ripercuote su stazioni sciistiche come Garessio 2000 che, partendo dai 1380 msl fino ai 2000 msl, spesso non ha la neve sufficiente per garantire l’apertura in sicurezza.

L’ultimo biennio

Dal 2022 la gestione di Garessio 2000 è stata affidata alla ProLoco di Garessio. In questi anni, grazie ad alcuni finanziamenti regionali, sono anche stati portati avanti i lavori per rimettere in sesto la seggiovia che permette agli sciatori di raggiungere i 2000 msl del monte Berlino. Oltre all’utilizzo invernale, dal 2023 la seggiovia è stata aperta anche durante il periodo estivo. Questo ha favorito notevolmente il turismo in vallata, attirando appassionati di mountainbike (tra cui anche Vittorio Brumotti, che ha visitato Garessio 2000 proprio l’estate appena trascorsa) sui sentieri messi a punto per lo scopo. Questo traguardo, che già era nei sogni del Marachella Group nel lontano 2012, non può che farci ben sperare per il futuro della stazione. Vista la scarsità delle nevicate degli ultimi anni, un turismo maggiormente concentrato sui mesi estivi potrebbe dare un nuovo aspetto alla stazione sciistica e permettere ai turisti amanti della montagna di scoprire le bellezze della nostra valle, sfruttando la nuova vita che è stata data agli impianti.

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