
Le nubi corrono nel cielo grigio di questa giornata di luglio, annunciando l’imminente pioggia e noi due sulla via del ritorno, ci soffermiamo su una di quelle belle panchine in legno, posizionate lungo la carrareccia, utili alle chiacchiere e alla sosta.
L’ambiente, soprattutto nella bella stagione, emoziona e ci permette di fermare sensazioni e pensieri. In un attimo, come brevi fotogrammi, si accendono nella mia mente i ricordi dei momenti vissuti in riva al S. Mauro.
E così, sarà la giornata caratterizzata da questa pioviggine portata dal marino, saranno sicuramente i profumi del bosco umido e dei pollini scaldati dal sole, sarà il canto del ruscello qui a fianco, ma improvvisamente si materializza la consapevolezza che questo è il luogo forse più “completo” della mia vita: bambino, adolescente, oggi uomo ho realizzato che nei miei cinquantotto anni di vita, gli ultimi 52 sono passato di qui.
Un po’ tutti abbiamo vissuto in diversi posti a cui ci connettono legami emotivi, non per forza ci abbiamo abitato; sono quelli che potremmo classificare come “i luoghi del cuore”. La casa dei genitori o dei nonni e magari un angolo speciale di quella dimora, una chiesetta campestre con il suo piccolo campanile, che sembra mettersi in punta di piedi per arrivare a toccare il cielo, la stanza dei figli impregnata di un infinito amore, un albero, un prato, un pilone, un portichetto od un voltino dove ripararsi dalla pioggia. Provando a metterli in fila, come fossero immagini da riordinare in un album fotografico, mi rendo conto della loro importanza e che, ad ognuno di essi, sono assimilabili emozioni precise quali capisaldi di un percorso.
Quel luogo è legato all’infanzia, all’assoluta innocenza, alla magia, quell’altro ad un gruppo di amici che frequentavamo ai tempi della scuola, con i quali, insieme, si stava diventando grandi; ci sono i luoghi dell’amore e dell’amicizia, della formazione culturale e dei legami indissolubili. Esistono posti associabili ad un’epoca piuttosto che ad un’altra e poi… e poi c’è la passeggiata “su da S. Mauro”!
È lungo questa facile carrareccia, che si imbocca a partire dall’antico ponte in pietra nei pressi delle ex Colonie Savonesi di Padre Cocchi, che tutti i fili, in qualche modo, si incontrano. Qui ho pensato, ho sorriso, ho pianto. Ho ammirato. Ho mostrato a colei che fu mia moglie ed alla mia attuale compagna i miei sogni, ai miei figli le mie fantasie, ai miei genitori i miei luoghi. Ho incontrato persone e personaggi, abbiamo incontrato noi stessi. Oggi, su questa panchina intagliata nel legno, presso il bivio per la fontana, coccolato dai grilli, dalle foglie che si agitano al vento, dai profumi, dai ricordi e da chi mi sta seduto accanto, ho guardato indietro i miei passi, arrivati pian piano sino a qui, lungo un cammino di oltre cinquant’anni rasente la riva sinistra del rio S. Mauro. Ho guardato indietro, ho osservato il presente ed ho provato ad immaginare il futuro, certo che continuerà a passare di qua.
Nelle prossime quattro puntate passeggeremo insieme “su da S. Mauro”, ognuno andando a ripescare, nei cassetti dei ricordi, le proprie emozioni…
Nella foto: Uno scorcio del Lago della biscia.
Scritto da Maurizio Gualdi