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Carmen e Achille. Una coppia per Garessio e una testimonianza di “garessinità”.

- 21/12/2023

Chiunque sia cresciuto o abbia vissuto in paese, ma anche chi ci abbia passato solo qualche tempo in villeggiatura nell’intento di rifiatare dalla città, avrà sicuramente avuto il piacere di imbattersi in Carmen e Achille. Una coppia che per più di sessant’anni è stata un binomio (è veramente difficile immaginarli diversamente) di riferimento per qualsiasi attività di valorizzazione del territorio garessino: dalla scuola alla montagna, passando per l’arte e gli altri eventi di intrattenimento.
La loro importanza all’interno della vita garessina è riscontrabile anche negli articoli di questa nostra prima uscita: basti pensare alla rubrica dedicata alla Garessio Nascosta e al contributo che entrambi avrebbero potuto dare grazie alla loro infinita conoscenza dei sentieri garessini; oppure al fatto che durante il nostro primo incontro con il Collettivo Stagioni, da cui è poi nato l’articolo su LeFoyer dans le bois, è emersa fin da subito la loro riconoscenza nei confronti di Achille, tra i primi ad accoglierli e a mostrare interesse per il loro progetto; o alla presenza all’interno della bacheca dedicata agli eventi garessini della mostra “Un Filo d’Acqua” del duo artistico Inquarto, curata da Carmen e a lei dedicata. Erano un simbolo di quella garessinità di cui anche noi, nel nostro piccolo, vogliamo farci portatori, una garessinità che significa interesse verso la scoperta, rispetto e valorizzazione delle tradizioni, ma anche continua capacità di accogliere.

Professori di arte, lei, e di lettere, lui, per molti anni al servizio delle scuole medie della Valle e in particolare di Garessio, hanno accompagnato intere generazioni di studenti, dagli anni ’60 fino alla fine degli anni ’90, e hanno svolto entrambi ruoli di coordinamento e di reggenza all’interno dell’istituto comprensivo.
Lui garessino d.o.c., cresciuto in un centro nevralgico della vita garessina (e soprattutto del Borgo): l’albergo Ponte Rosa. Giovanissimo intraprende studi classici e letterari, prima al liceo dei Salesiani di Alassio e poi all’Università di Torino, e da lì inizia a mischiare la passione per la cultura e l’interesse per le sue radici. Una vita professionale dedicata all’insegnamento, accompagnando come già detto intere generazioni di studenti garessini e non solo (è ricordato con molto affetto da studenti sparsi per tutta la Valle). Poi la pensione e il continuo impegno per la comunità, con il C.A.I., i balli occitani, la Confraternita di San Giovanni e il tanto, tantissimo, volontariato. Questa sua doppia anima lo ha portato negli anni a diventare, oltre che storico presidente del C.A.I., anche presidente della biblioteca comunale all’inizio degli anni 2000. Nutriva poi una passione epistolare che gli permetteva di mantenere contatto con amici lontani, e un interesse viscerale per il territorio e per la sua comunità che lo aveva portato ad interessarsi di tutte le piccole località sparse nella Valle. Sempre a disposizione per accogliere, consigliare e istruire anche dopo il pensionamento, attraverso il corso di latino gratuito (o come lui preferiva dire “grazioso”) offerto per lungo tempo a tutti gli studenti delle medie che intendessero intraprendere studi liceali. Era impossibile non apprezzare il suo senso della compagnia e la sua capacità di unire il gioco alla passione per lo studio e l’insegnamento: nel dettare il ritmo di un’escursione, come nelle sue lezioni di latino, riusciva a pretendere il meglio senza mai perdere l’ironia e il buon umore (lo possono testimoniare i tanti compagni di camminata e tutti gli studenti inciampati in uno dei suoi trabocchetti sulle declinazioni latine, poi accompagnati da un simpatico buffetto sulle spalle).

Achille ai piedi delle Colonie Savonesi, storico edificio del Borgo Medioevale, intento a divulgare la storia dell’edificio e dell’area.

La storia di lei è invece la testimonianza di una garessinità plurale, in grado di accogliere Carmen nata a Calizzano, in provincia di Savona, e un’infanzia prima a Merano e poi a Ormea, seguendo il lavoro di guardia forestale del papà Alberto. Finiti gli studi superiori Magistrali, per evitare di entrare in cartiera, si iscrive da privatista all’accademia Abertina di Belle Arti a Torino, in un contesto culturale che fa fiorire la sua passione artistica. Da sempre appassionata di montagna, anche lei storica componente e animatrice della sezione C.A.I. di Garessio, rimane sempre agganciata alle sue radici e giovanissima aiuta a fondare il rifugio Valcaira all’inizio degli anni ’60. Professoressa come Achille di centinaia di studenti, ha sviluppato la passione per l’arte anche al di fuori delle aule di scuola con le moltissime mostre allestite per decenni nella galleria Porta Rose. Carmen coltivava insieme ad Achille gli interessi per la tradizione e la storia del nostro territorio (erano sempre a fianco, dai balli occitani, al C.A.I., all’organizzazione degli eventi legati a San Giovanni o al Borgo in generale), e anche l’idea della castagna garessina, su cui pubblicò anche un libro (“La castagna in cucina. Castagna garessina”), derivò fortemente da lei che aiutò a organizzare la prima edizione della castagnata.

Una giovane Carmen durante i lavori di costruzione/fondazione del Rifugio Valcaira

Proprio una delle loro tante passioni in comune, la montagna, li aveva fatti incontrare più di sessant’anni fa e sempre in montagna hanno deciso di sposarsi nel 1966 a Bossieta, piccola borgata di Ormea (in una cappella che, a detta del figlio, ricorda la Chiesetta di Saint-Jaques-des-Allemands in Valle d’Aosta, località in cui di sposarsi avevano invece preso la decisione, anche qui montagna!). Da lì una vita intera uno affianco all’altra, circondati dall’affetto dei tantissimi amici e del figlio Massimo, insieme a Sandra e ai nipotini Giacomo e Arturo. Nel loro caso si potrebbe parlare di “una vita in cammino”, come in effetti in cammino capitava spesso di incontrarli per le vie di Garessio, sempre accompagnati dalla fedele compagna di viaggio Titta.1

La stessa mostra Un Filo d’Acqua (con opere scritte e cucite da Inquarto, inaugurata il 15 dicembre e visitabile fino al 30 gennaio nella Galleria Porta Rose) dedicata a Carmen, ma ancora interamente voluta e curata da lei, è un proseguo sul filone della storia e della tradizione locale attraverso un materiale come la canapa e l’importanza che essa ha avuto anche nel nostro territorio: il leitmotiv che collega le opere è il tentativo di ripercorrere la storia di alcuni temi, quali il femminile inosservato, le tradizioni e la saggezza manuale, utilizzando come vettore di questo viaggio delle vecchie lenzuola proprio di canapa. Una mostra che l’assessora Paola Carrara ha definito “in pieno stile Carmen”, accompagnata dalle sue focacce, per quest’occasione cucinate da Sandra, e dal vino di Achille; l’inaugurazione di venerdì scorso è stata, insieme all’accensione dell’albero di Natale in piazza Carrara (anch’esso dedicato a Carmen) avvenuta domenica 10 dicembre, un toccante (ma felice) momento di unione tra la riconoscente comunità garessina e i familiari.

La scritta luminosa in onore di Carmen, sotto l’opera Mater Sospesa del duo Inquarto presente all’interno della mostra Un Filo d’Acqua

La redazione si unisce al cordoglio e alla riconoscenza espressi in queste settimane dalla comunità, e manda infine un affettuoso abbraccio ai già citati familiari: Massimo e Sandra con gli amati Giacomo e Arturo. Questa prima uscita de Il Garessino è dedicata a Carmen e Achille, perché rappresentano una testimonianza di quella garessinità riuscita a tramandarsi da una generazione all’altra (anche grazie al loro pregevole operato in tutti questi anni) e perché, come già detto, è impossibile immaginare una nostra rubrica in cui non avrebbero potuto dare il loro enorme contributo.
Ciao Carmen, ciao Achille! Grazie di tutto!

  1. In merito alle notizie biografiche ringraziamo il figlio Massimo per la sua disponibilità e per averci fornito la breve biografia che lui stesso ha scritto in onore di Carmen. Per la foto di apertura ringraziamo invece Valeria Anfosso, che coglie l’occasione per ricordarli entrambi con affetto. ↩︎
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