
Tra le sinuose creste ricche di faggi che si diramano dai monti verso il mare, al confine tra Piemonte e Liguria, tra la Valle Bormida e la Valle Tanaro appare Ortico, un tempo centro stabilmente abitato, oggi frazione che nasconde i suoi antichi segreti.
Zone selvagge, teatro di grandi scontri, tra cui la famosa Battaglia di Loano (23-24 Novembre 1795) la quale permise ai francesi di impossessarsi di ingenti approvvigionamenti, e fornì loro un importante punto d’appoggio nelle Alpi Liguri, che sarebbe stato successivamente sfruttato, nell’aprile 1796, dal generale Napoleone Bonaparte nella battaglia di Montenotte.
È Maggio 2022, quando, visto un post molto curioso su Facebook, mi imbatto in quello che ha tutta l’aria di essere uno scherzo: un lago ad Ortico?! Non ci potevo credere.
Eppure l’autore, Aldo Acquarone, stimato geologo del paese non può aver preso tutti per fessi, qualcosa ci deve pur essere.
Chiedo conferme, soprattutto ai vecchi di casa, considerando il fatto che da piccoli era per loro meta molto gettonata per merende e giri all’aria aperta. Non riscuoto però grande successo: “i laghi? Mai visti! Sarà stato un nome di fantasia” e ancora “io non li ho mai visti, ma su c’era un’ottima osteria”.
E infatti, se qualcuno ancora oggi si ricorda di Ortico, principalmente il merito è della famosa – non a caso – “Osteria dei Laghi”, la quale fu rifugio per viandanti e ad oggi è un rudere pericolante.
Decido di interrogare direttamente Aldo e termino sorpreso e sbigottito per la semplicità con cui si possano facilmente raggiungere.
Prima spedizione: mese di Agosto. Vagando intorno la vecchia osteria fino alle sorgenti del Rio Nero, si trova un pianoro, con un leggero affossamento proprio in mezzo al bosco, con diverse specie di piante acquatiche a farvi da padrone. Nessuna traccia di acqua, ahimé, il periodo non è sicuramente dei più piovosi.
Spedizione numero due: quando se non dopo il periodo più piovoso dell’autunno, con cumulate degne delle pioggie di tempi ormai passati? Pronti, partenza e via!
Ecco finalmente di fronte agli occhi modeste distese d’acqua di circa 40 cm, in mezzo al bosco: i laghi di Zovo (dal nome che compare sulle vecchie mappe che Aldo ha saputo ricercare), finalmente visibili!
L’euforia gioca con i miei pensieri, immagino quanto beneficio uno specchio d’acqua del genere abbia potuto portare agli abitanti della zona e di quante storie possa essere stato partecipe, come sfondo del primo bacio di una giovane coppia, punto di ritrovo di amici che hanno giocato a far rimbalzare le pietre sull’acqua o che si sono spintonati finché uno non cadesse a bagno, oppure ancora, luogo di trionfo per un giovane pescatore alle prese con le sue trote…
Arresto i salti fantasiosi che lo spettacolo mi stimola e tengo a mente: bisogna ricordarsi di andare ai laghi in un periodo molto piovoso perché un forte deficit idrico grava da un paio di anni sulle nostre zone e quindi non c’è da aspettarsi il Lago Maggiore e per quanto riguarda la canna da pesca, attenzione, perchè ad Ortico i laghi ci sono, ma non sempre!

(Scritto con il prezioso aiuto storico e fotografico di Aldo Acquarone e di Aurora Sappa)