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Una giornata da villeggiante. Estate 2023 – Parte quarta: epilogo

- 01/07/2024

La stessa luce filtra dalle imposte. Apriamo le gelosie delle persiane e un’onda dorata si diffonde nella stanza della nuova casa, seguita da quell’aria, sempre lei, che porta il profumo dei meli e dei castagni. Molto è cambiato; lo siamo anche noi, oggi resi meno puri dal dovere delle scelte e delle responsabilità, ma il marchio impresso a quei luoghi è inevitabilmente rimasto lo stesso, determinato dalle esperienze vissute in quelle estati di quasi cinquant’anni fa.

Si fa colazione, oggi con due biscotti prodotti dai bravi pasticcieri locali ed un caffè. Nell’androne la presenza delle biciclette è conferma di certezza, un qualcosa che da allora non può mancare. Ho portato su quella di mio papà, in vita, gran chiacchierone, affezionatissimo anche lui a Garessio. Apro il portone, la porto fuori, esco nella luce forte dell’estate; i raggi di sole tagliano a metà questa porzione di via Cavour generando un bellissimo contrasto nelle tonalità dei colori. Marilù è al mio fianco, sì Lei, la sorella di Gianni, la figlia di Silvana, nipote di Celestino del San Mauro. I percorsi della vita appaiono incredibili, comunque sempre belli, anche nel momento delle scelte difficili.

Molte attività commerciali, con il mutare delle abitudini e dei flussi turistici, sono scomparse ma, qui al Borgo, alcuni segni di resistenza e rinascita si vedono. Un ottimo bar dove acquistare prodotti locali e gustarsi un ricco aperitivo, la storica macelleria (dal 1971!), che oggi fa anche da alimentari, due ristoranti, di cui uno, dopo alcuni anni di totale assenza in paese, che ha recuperato anche la sua vocazione alberghiera. Diversamente da un tempo, oggi ci sono anche diversi b&b. Non ci sono più le Colonie, o meglio non c’è più vita in quell’enorme complesso da cui fuoriuscivano infinite colonne di bambini; stessa sorte per la Pensione “San Mauro”, immobile ricordo.

Resta uguale il ruscello, con le sue pietre calcaree levigate dall’acqua, la bella passeggiata lungo la riva sinistra che porta alla Cappella, alla fontana di “Carulin” od ai sentieri che conducono sino allo spartiacque. Ci sono le grotte, accesso ad un misterioso mondo ipogeo, i prati, luoghi di giochi e di baci, allora come oggi; ci sono i castagni, di cui alcuni secolari testimoni dei nostri svaghi. Ci sono molti meno bambini e meno gamberi (oggi rigorosamente e giustamente protetti); al Ponte, la borgata commercialmente più viva, c’è sempre il Cinema, il campetto da calcio, bar, negozi e pasticcerie, i giardinetti. Non c’è più il grande ponte storico, oggi in attesa di essere sostituito, resta la linea ferroviaria percorsa, per ora, solo da saltuari treni storici promotori di turismo.

Ci sono gli amici, di sempre, alcuni presenti, altri dispersi nelle ramificazioni della vita. Con gli amici, come allora, si chiacchiera e si gioca, si condividono emozioni. Si ricorda. E su quei ricordi si costruisce la vita futura, che inevitabilmente poggia su quella passata e sul presente. Oggi ci sono i miei figli, a cui lascio memoria di partite di “cilio”, di gare con le barchette di sambuco nei laghetti del San Mauro, di scorrerie tra le vestigia dell’antico castello. Rimane immutata, al Borghetto, la sentita partecipazione popolare alla festa di San Rocco, il 16 agosto, con la distribuzione, a cura di Elisabetta, dei cordini benedetti al termine della Messa, da prendere anche per chi non può essere presente.

Resta, per me eterno villeggiante in questi luoghi, l’affascinazione per questa luce, per il profumo dell’aria, per il colore della grande parrocchiale del Borgo o per l’incanto dell’antica chiesa di San Giovanni, dove si inscena il celebre “Mortorio”, per le facciate medioevali od ottocentesche delle case, per il silenzio serale del Borghetto dove ancora, al Pilone, friniscono i grilli e brillano le stelle. Resta per me, eterno villeggiante in questi luoghi, con le sue borgate, incastonate in una valle straordinariamente verde, il luogo della pace, della serenità, dell’allegria, del bambino in villeggiatura con le nonne. Per sempre.

Scritto da Maurizio Gualdi

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