
Il Palio delle Borgate di Garessio giunge alla tredicesima edizione. Per quelli di noi che già c’erano nell’estate 2012, il tempo sembra volato; d’altra parte, invece, è come se il Palio ci fosse sempre stato, e forse è proprio questo quello che succede quando qualcosa lascia il segno.
Le radici della competizione hanno il sapore storico-popolare della Carrera Garessina, e le tradizioni è doveroso rispettarle, ma forse la chiave vincente è cercare anche di attualizzarle di tanto in tanto. Da qui l’idea di Valerio Randone di ricamare intorno a quest’evento una serie di sfide goliardiche che per più di un decennio hanno riempito le nostre serate estive.
Dagli esordi il Palio ha subito una graduale trasformazione: sono cambiati i giochi, le regole, ma il primo passo è stato compiuto nel 2013, quando si è visto un vero e proprio tentativo di superamento del campanilismo garessino in un’ottica di valle. Il 2022 è stato poi l’anno di svolta, quando sono state aperte le porte a Ormea e Bagnasco e poi, successivamente, anche a Nucetto. Ed è proprio da questa prima esperienza collettiva che si cercato di partire per consolidare una metamorfosi ormai in atto. Metamorfosi che comprende non solo i giochi, ma anche il direttivo e le borgate.
Le giornate dell’edizione del 2023 hanno messo a dura prova il direttivo: 56 date (escludendo Fifa). E se da una parte il gruppo si dice soddisfatto di essere riuscito a gestire tutti gli appuntamenti, considerando che si trattava del primo anno in cui tutta la valle gareggiava, il calendario andava snellito, anche per un’oggettiva difficolta di coordinamento con gli altri eventi nei vari comuni. In più quest’anno bisognava tenere in considerazione le serate dedicate agli europei di calcio oltre a grandi eventi come Collisioni.
Anche dal punto di vista del tipo di prova, la strada ormai gradualmente intrapresa (che quest’anno si conferma) è quella di rendere sempre meno puramente sportivi gli eventi, puntando sull’elemento goliardico. Avremo dunque una prima parentesi primaverile tra il 20 aprile e il 7 giugno in cui ci sarà il torneo di “Uno!”, Just Dance, Kahoot e le bocce (immancabile tradizione dedicata a Paolo Resio); la primavera darà anche inizio alle “Fantascommesse”, che non riguarderanno i giochi stessi del Palio, ma vedranno protagonisti i grandi eventi di interesse, sportivi e non, programmi televisivi e molto altro. Il palio partirà ufficialmente a fine giugno: ci sarà il “Ciliu”, i giochi goliardici, il gioco tennistico dedicato a Pierpaolo Dani, i giochi acquatici e una nuova e rinnovata Serata Esibizioni.
Ed ecco il primo tasto dolente: che ne sarà della tanto amata prova? Si può dire che, escludendo la Carrera, il gioco più unificante e amato è sempre stato lui. Per svariati motivi: per l’alto numero di partecipanti, per la folla di spettatori che ogni anno assiste all’evento, per l’alto grado di creatività da sempre dimostrato. Ma forse l’elemento più importante è quello di essere stato un vero e proprio collante. Molto spesso le fasi di progettazione e di preparazione sono diventate occasioni per riunirsi, per conoscersi e per fare gruppo, al punto che si potrebbe dire che borgate intere si siano costruite su questo unico grande evento. Riunirsi con questo scopo è stato anche un modo per tirare dentro genitori che accompagnavano i figli alle prove, o per far avvicinare i più timidi ma curiosi al Palio in generale. La quantità di tempo dedicato alla serata ha sempre scatenato anche un altissimo grado di competizione che, molto spesso, è sfociato in spiacevoli e sterili polemiche portate dal grande coinvolgimento dimostrato. Va da sé che andare a toccare quella che ormai è diventata una nuova tradizione per molti è una sorta di atto di coraggio, ma forse è proprio questo quello di cui c’era bisogno. La serata sarà rinnovata completamente e permetterà a tutti di partecipare sullo stesso livello. Cambierà nome, cambierà formula, ma per ora niente è stato fatto trapelare. Come ha dichiarato Valerio stesso in occasione della presentazione delle novità dell’edizione 2024, tenutasi il 19 gennaio a Villa Gobbi, “Se da una semplice proposta avanzata anni fa da Giorgia Garzo e Giulia Canavese di inserire una Serata “Zumba” è nata un evento così importante, chissà quante sorprese ha ancora in serbo per noi”.
Controversa ma ragionata è stata la scelta di ridurre il Palio Junior a un unico fine settimana di puro divertimento per i più piccoli. Come ha ricordato il direttivo, il Palio è per tutti, ma quelli che devono divertirsi di più sono sicuramente bambini e ragazzi. Al tempo stesso, però, riuscire a incastrare un numero di eventi paragonabile a quello degli adulti è dura, e il rischio era quello di non dare la giusta attenzione ai bambini perché troppo presi a pianificare le partecipazioni dei grandi. E poi la paura era anche quella di ridursi a fare “di tutta l’erba un fascio” e di applicare alcuni eccessi di pignoleria di gioco anche sui junior, finendo per intaccare lo spirito del palio, il primario diritto del gioco pulito e del divertimento fine a sé stesso. Si è quindi deciso per un unico fine settimana (21-23 giugno) in cui concentrarsi solo sulle loro necessità puntando a renderlo davvero indimenticabile.
Ultimo tasto dolente: le borgate. L’associazione nasce dalla tradizione garessina, ma ambisce a tenere il passo con i moderni concetti di comunità in senso largo. E per riuscire a fare questo bisogna tenere conto di tante cose, compreso il livello di partecipazione e il numero di abitante di ogni paese. La decisione presa in merito non è stata facile, confessa la presidente Stefania Afferni, e sanno che la proposta non piacerà a tutti, ma il loro obiettivo è quello di cercare di venire incontro alle esigenze dei più e di permettere a tutti di partecipare equamente, sia alle borgate più grandi che a quelle più piccole. Il risultato è una sorta di confederazione di piccoli paesi che aiuterà a pareggiare i numeri e a rendere più equilibrata la competizione.
Per alcuni non ci saranno grossi scombussolamenti: Bagnasco manterrà la sua natura e i suoi colori, seppur con l’ufficializzata partecipazione di Massimino; Nucetto e Perlo idem, ma verrà data anche agli abitanti di Battifollo e Scagnello la possibilità di gareggiare insieme a loro; anche Priola e Pievetta si ritroverebbero a partecipare con numeri inferiori, ed è proprio questo che ha spinto il direttivo a trovare una soluzione simile a Bagnasco e Nucetto, ma nulla è ancora deciso. Le effettive novità riguardano invece i rioni restanti. Primo fra tutti, Ormea Centro e Contorni si riunisce in un unico gruppo, concretizzando una tendenza già in atto di riunificazione del paese. I colori sono il blu e il bianco e il logo unisce il cuore ormeasco con il simbolo del leone e l’olmo. La seconda metamorfosi riguarda la storica borgata del Ponte. 12 anni fa la partecipazione era talmente alta che è stato necessario dividerlo e creare i famosi Ponte Nero, nella zona di San Rocco e Periferia, e Ponte Cuntrò, o Ponte giallo, con sede nella antica “Contrada dei Folli”. Ora è necessario tornare alle origini e unire quello che la prima edizione aveva separato. Il logo è stato scelto grazie a un sondaggio sui canali social dell’associazione e ha visto come vincitore uno stemma che riporta il campanile della borgata e lo storico Ponte Odasso. La vera rivoluzione del 2024 è stata la decisione di unire Borgo-Valsorda, Frazioni e Poggiolo in un unico gruppo chiamato Oltre Tanaro. L’idea nasce dal cercare di dividere Garessio in modo razionale sfruttando il Tanaro come confine naturale. Ma questo avrebbe comportato lo sfaldamento in due gruppi diversi di borgate come il Ponte Giallo o le Frazioni e l’idea del direttivo è quella di unire e non di separare chi per anni ha giocato fianco a fianco. Chiaramente borgate come il Borgo-Valsorda e Priola-Casario lo sanno: l’unione è un doppio lavoro. Ed è anche questo uno dei motivi che ha spinto il direttivo a cambiare la Serata Esibizioni, per dare un necessario tempo di assestamento agli ibridi nascenti. I colori identificati sono l’arancione e il bianco per cercare di non utilizzare nessuno dei colori storici delle borgate, per lo meno come toni dominanti. Anche in questo caso la volontà popolare si è espressa ed è stato scelto un logo che riunisce i singoli quattro loghi dei rioni.
Il palio si concluderà giovedì 8 agosto con la premiazione finale. E solo il tempo ci dirà se la formula sarà vincente o se l’effetto di queste scelte si rivelerà controproducente. Nel frattempo, noi del Garessino abbiamo fatto qualche domanda a campione e in modo piuttosto casuale per capire la reazione a caldo di chi al palio ha sempre partecipato. Lo spiffero di Marino che tira al Poggiolo dice che l’unione delle borgate è una buona notizia: in fondo erano anni che i pochi superstiti del rione avevano grosse difficoltà nel creare una squadra. Il fronte Borgo-Valsorda sa cosa vuol dire lavorare alla formazione di un gruppo coeso, ma con tempo e volontà è pronto a tornare a muovere nuovi passi in questa direzione. Dalle Frazioni c’è curiosità e voglia di ingrandire il gruppo. Quanto ai Ponti, l’unione porterà vantaggi a entrambi: al giallo, che in parecchie occasioni ha avuto difficoltà a creare le squadre, e al nero, il quale gioverebbe della partecipazione attiva di più bambini.
La scelta dei giochi, invece, sembra aver messo tutti d’accordo: al di là del gusto personale sul singolo evento, sembra essere condivisa l’idea di un palio più popolare, più goliardico, dove non ci siano campioni e dilettanti, dove il fine ultimo sia il semplice divertirsi insieme con un pizzico di sana competizione.
Tutti noi siamo legati al palio, anche se a volte non ce lo ricordiamo. Chi partecipante, chi spettatore, chi accompagnatore… quanti dei nostri aneddoti hanno come cornice “quando al campo c’era il frisbee”, “quella volta che abbiamo fatto la caccia al tesoro”, “quando siamo andati a vedere il calcio saponato”, “non c’ero perché avevo le prove della serata esibizione”, … E dimenticandoci di ogni polemica, forse abbiamo bisogno di fermarci un secondo a pensare quante cose sarebbero diverse per Garessio se il palio non ci fosse mai stato, quante estati più vuote, quante occasioni sociali mancate.
Perciò, che il 2024 sia un nuovo inizio o meno, una cosa e certa: senza il palio ormai Garessio non saprebbe stare.

Scritto da Lia Colombo