
Basta fare un giro, nemmeno troppo impegnativo, per i boschi che con un verde pazzesco circondano Garessio, per accorgersi che la castagna non è solo un prodotto tipico delle nostre zone. È nell’aria che respiriamo, sui sentieri che percorriamo per divertimento e sport e, lo ammetto, in qualche ferita che ci procuriamo quando, magari “belli lordi”, durante una festa tra amici cadiamo sui ricci a mani aperte. Ogni riferimento a fatti o cose che siano successe all’autore di questo testo è… assolutamente confermato.
Per cui, pare abbastanza ovvio pensare ad usare le castagne per qualche ricetta e, proprio da questo ragionamento semplicissimo, nasce la voglia di scofanarsi una teglia di castagnaccio. Lo so, questa scelta è in qualche modo influenzata dalla mia origine ligure, ma sono sicuro che il prodotto finale darà gusto anche ai palati garessini più tradizionalisti.
Già, perché per realizzare questo “dolce-poco-dolce” è fondamentale usare una buona farina di castagne, una di quelle che se le toccate con il dito e poi assaggiate, sono zuccherine già di loro: questo a patto che l’origine delle castagne sia locale, nostra. La castagna garessina, infatti, è piccina, dolce, buona persino da cruda, solo privata della buccia esterna e della pellicola interna. Abbiamo la grande fortuna che, anche in quest’epoca convulsa, frenetica e schizofrenica, ci sia ancora chi nella nostra Valle produca questa polvere meravigliosa, e che alcuni negozi e supermercati locali la vendano!
Poi nel castagnaccio trovano posto altre prelibatezze che, a mio parere, lo rendono un dolce prezioso: uvette, ammollate nell’acqua (o, per i più goderecci, in una soluzione di acqua e brandy), e pinoli (sono consapevole che costino una fucilata, ma danno una spinta in più che io trovo irrinunciabile) sono sicuramente i due più rilevanti, ma non vanno dimenticati un buon olio extravergine di oliva e una abbondante dose di rosmarino.
Ecco le dosi per la ricetta e, a seguire, il procedimento:
- Farina di Castagne Garessine: 500 g.
- Acqua (e qui non serve nemmeno dire quanto siamo fortunati, vero?): 500 g.
- Uvetta: peso a secco 100 g. (una ciotola d’acqua per ammollarle)
- Pinoli: 70 g.
- Rosmarino: 1 rametto
- Sale: un pizzichino piccino piccino
- Olio: q.b. per ungere la teglia
- [a scelta, se siete davvero golosi: un cucchiaio di zucchero]
- [a scelta, se siete esageratamente golosi: un cucchiaio di brandy nella ciotola d’acqua per l’uvetta]
Dopo aver pesato tutto il necessario (è una ricetta facile, da fare anche coi bambini), mettete in ammollo l’uvetta nell’acqua (va beh, lo so che ci metterete il brandy, ma faccio finta di niente). A questo punto, versate la farina di castagne in una ciotola capiente e un po’ alla volta aggiungete l’acqua fino ad avere un impasto cremoso ma non troppo fluido (le dosi sono corrette, ma potreste avanzarne una goccia come averne bisogno di un goccino in più, in funzione della farina usata). Una volta ben mescolato il tutto, aggiungete il pizzichino – ino – ino di sale e mescolate ancora.
Ora, strizzate le uvette e aggiungetene buona parte all’impasto, tenendone qualcuna per la decorazione superficiale. Lo stesso fate con i pinoli e date una bella rimescolata a tutto l’impasto.
Ungete una teglia (indicativamente, un diametro da 24 centimetri, per darvi un riferimento) con una buona dose di olio extravergine, aiutandovi con un pennello da cucina in silicone se lo avete, lo trovo utilissimo, e versate l’impasto al suo interno. Date qualche colpetto sotto la teglia per appiattire il tutto e disponete sulla superficie dell’impasto le uvette, i pinoli e gli aghetti di rosmarino che avete a disposizione.
Forno statico preriscaldato a 180° e un bel viaggio al caldo per la nostra teglia: stiamo parlando di una trentina di minuti (controllate dopo 25 se non vi fidate troppo del vostro forno).
E aura us mangia!

Scritto da Adriano Fedi