
Gli Alpini sono da sempre una presenza forte e rassicurante nelle nostre montagne. Un tempo, vegliavano sulla sicurezza dei confini, oggi fanno parte del Comando Truppe Alpine dell’Esercito Italiano e sono integrati nella Multinational Land Force (MLF), che vede la partecipazione anche di Ungheria e Slovenia. Ma al di là dell’aspetto militare, il vero cuore degli Alpini batte nei gruppi locali, come quello di Garessio, da quasi un secolo punto di riferimento per la comunità.
Un po’ di storia: il Gruppo A.N.A. di Garessio
A Garessio, la storia degli Alpini affonda le radici nel passato. Il 28 febbraio 1929 nasce ufficialmente il Gruppo A.N.A. Garessio, in occasione dell’assemblea degli “scarponi” della zona di Ceva. Poco dopo, il 7 aprile dello stesso anno, gli alpini garessini partecipano alla loro prima grande adunata a Roma, immortalati in una foto davanti al Municipio insieme al loro primo capogruppo, Maresciallo Luigi Salvatico.
Come racconta Fulvio Basteris nel libro Garessio Ieri e Oggi, per generazioni, i ragazzi della zona sono entrati nel corpo degli Alpini, affrontando il servizio militare come un’esperienza di crescita e di appartenenza. La “naia” era dura, ma forgiava il carattere e trasmetteva quei valori di solidarietà e sacrificio che ancora oggi sono il marchio di fabbrica degli Alpini.
Non solo memoria, ma azione concreta
Gli Alpini di Garessio non sono solo custodi della tradizione, ma persone che si danno da fare. Nel corso degli anni hanno lasciato un segno tangibile sul territorio, con interventi e opere che ancora oggi parlano di loro.
Tra i tanti esempi:
- Il loro aiuto nel terremoto del Friuli e la solidarietà ricevuta in cambio durante l’alluvione del 1994;
- La ristrutturazione della Croce del Mindino (2000) e della Cappella di Santa Margherita (1990);
- Il restauro della loro sede in Viale Paolini e del giardino di Viale Marro, dove si trova la statua della Mamma dell’Alpino, unica in tutta Italia, realizzata dallo scultore Luigi Valerisce e inaugurata il 22 giugno 1958.
Essere Alpini significa agire, essere sempre pronti ad aiutare la comunità e a rendere il mondo un posto migliore, con quel senso di fratellanza che li ha sempre contraddistinti.
Non solo lavoro, ma anche festa!
Se c’è una cosa che gli Alpini sanno fare bene, oltre a rimboccarsi le maniche, è far festa. E a Garessio, la tradizione si rinnova ogni anno con l’evento più atteso: l’ultima serata di luglio, quando si mangia la mitica polenta saracena, si beve vino, si gustano formaggi e, soprattutto, si canta e si suona fino a notte fonda. Le fisarmoniche tornano a vivere, gli armadi si aprono e la festa diventa un momento di vera convivialità.
Uno sguardo al futuro
Oggi il Gruppo A.N.A. di Garessio è guidato da Giorgio Candussio, con il sostegno di tanti altri alpini che continuano a credere nei valori di questo storico corpo. C’è la speranza di coinvolgere sempre più giovani, proprio come è accaduto con la Fanfara, recentemente rivitalizzata con l’arrivo di ragazzi dalla Val Tanaro, Ceva e dai paesi vicini.
Perché gli Alpini non sono solo un ricordo del passato: sono ancora qui, vivi e pronti a mettersi in gioco. E il futuro, con uno spirito così, non potrà che essere all’altezza della loro grande storia.
Scritto da Claudio Fazio